Recidiva di malattia e ritrapianto

RECIDIVA DELL’INFEZIONE VIRALE

I virus HBV, HDV e HCV sono caratterizzati dalla tendenza a localizzarsi elettivamente a livello epatico, tuttavia una piccola proporzione delle particelle virali si ritrova anche nel sangue o nei linfonodi dei soggetti infetti. Perciò il trapianto epatico non è sufficiente per eliminare completamente il virus dall’organismo. Dopo il trapianto le particelle virali ancora presenti tendono a infettare anche il nuovo organo, causando una “recidiva” di malattia. Il rischio di tale recidiva è elevato ed è uno dei principali fattori che determinano il buon esito dell’intervento a lungo termine, dal momento che la comparsa di epatite sul fegato trapiantato può condurre nuovamente a cirrosi.

Per quanto riguarda il virus B, è possibile attuare una profilassi mediante assunzione di farmaci antivirali (Iamivudina) per bocca ed eventualmente immunoglobuline, cioè anticorpi contro il virus, per via endovenosa o intramuscolare. Tale profilassi risulta efficace nel prevenire la recidiva di malattia dopo trapianto.

Per quanto riguarda invece il virus dell’epatite C ultimamente vengono somministrati farmaci anti epatite C che evitano la recidiva e la cui somministrazione è regolata da rigidi protocolli.

RITRAPIANTO

È possibile, in alcuni casi, ricorrere ad un secondo, e a volte addirittura un terzo trapianto. Le indicazioni consistono fondamentalmente in: mancata ripresa di un’adeguata funzione epatica dopo il trapianto, complicanze del trapianto con grave compromissione della funzionalità dell’organo e infine la recidiva della malattia di base in casi selezionati.

PRINCIPALI INDICAZIONI AL RITRAPIANTO:

  • mancato funzionamento del fegato trapiantato
  • rigetto cronico
  • complicanze biliari gravi
  • complicanze vascolari
  • recidiva di malattia (in casi selezionati).

L’indicazione al ritrapianto in caso di recidiva di epatite virale, in particolare da virus epatitico C, non può essere posta che in una minima parte dei casi.

L’opzione di un secondo trapianto di fegato nei soggetti che presentano recidiva epatitica grave da Virus C non sarà, nel nostro centro, proponibile quando:

  • La recidiva epatitica si è verificata gravemente ed a breve distanza di tempo dal trapianto e le terapie farmacologiche non hanno avuto esito sul suo decorso. È particolarmente grave la recidiva cirrotica verificatasi nel primo anno post- trapianto.
  • In caso di presenza di HCC in stadio avanzato sul fegato.
  • In presenza di alterazioni importanti della funzionalità degli altri organi, specie se comparse o aggravatesi dopo il trapianto.
  • Quando il decorso dopo il trapianto è stato complicato da reinterventi chirurgici per complicanze infettive, biliari e vascolari.
  • Se al primo trapianto sono state necessarie procedure chirurgiche tali da rendere particolarmente difficile il ritrapianto dal punto di vista tecnico.
  • In caso di mancata o scorretta osservazione dei trattamenti diagnostico terapeutici nel post-trapianto.
  • Se eccessivo aumento ponderale con BMI > 28 punti (BMI=peso in Kg/ altezza in metri al quadrato).

L’età del paziente non segue gli stessi criteri di inclusione adottati dal centro per il primo trapianto, considerando come età limite i 67 anni.

L’INDICAZIONE AL RITRAPIANTO IN CASO DI RECIDIVA DI EPATITE C, DUNQUE, PUO’ ESSERE POSTA SOLO IN CASI MOLTO SELEZIONATI.