LA PRIMA VISITA
Il paziente che afferisce al nostro Centro viene valutato in tempi rapidi presso gli ambulatori preposti e può:
- essere reindirizzato alla struttura medica richiedente, in caso di mancata indicazione o assoluta controindicazione al trapianto. In caso d’indicazione prematura, il paziente riceverà un programma di monitoraggio periodico.
- essere giudicato idoneo all’approfondimento della valutazione. In tal caso l’ambulatorio pre-trapianto della nostra Azienda provvederà alla programmazione del bilancio pre-trapianto.
L’indicazione al trapianto viene data quando si stima che “l’aspettativa di vita” sia inferiore ai due anni oppure se la malattia epatica è causa di sintomatologia incompatibile con un’accettabile qualità di vita.
In ogni caso è preferibile indicare il trapianto prima che la malattia epatica comprometta irrimediabilmente la funzione di altri organi.
La più comune indicazione al trapianto epatico è rappresentata dalla grave insufficienza d’organo conseguente a malattie epatiche croniche.
Un paziente affetto da cirrosi epatica diventa un candidato al trapianto quando vi è evidenza della compromissione della funzione epatica in concomitanza di ascite e/o emorragia digestiva e/o encefalopatia epatica.
PRINCIPALI INDICAZIONI AL TRAPIANTO
- cirrosi virali (70%)
- cirrosi alcolica
- cirrosi biliare primitiva
- colangite sclerosante
- malattie metaboliche
- cirrosi autoimmune
- cirrosi criptogenetica
- epatite fulminante
La cirrosi epatica può essere complicata dallo sviluppo di epatocarcinoma (HCC) in circa il 20% dei casi.
Le malattie del fegato che più comunemente conducono alla cirrosi epatica scompensata e quindi al trapianto epatico sono quelle virali, le forme alcoliche, le malattie epatiche colestatiche, le forme autoimmuni e le criptogenetiche (ovvero da causa non nota).
Nel contesto delle epatopatie croniche vanno anche menzionate le malattie metaboliche, quali deficit di alfa1 antitripsina, l’emocromatosi, la malattia di Wilson, l’amiloidosi familiare portoghese.
Le epatiti fulminanti costituiscono una condizione clinica peculiare, caratterizzata dall’insorgenza di insufficienza epatica acuta in un paziente non portatore di epatopatia cronica. Nella maggior parte dei casi l’eziologia è virale, ma l’improwisa compromissione della funzione epatica può anche essere secondaria all’azione tossica indotta da farmaci o da funghi (per esempio l’Amanita Phalloides). Talvolta può risultare difficile individuarne la causa.
CONTROINDICAZIONI AL TRAPIANTO DI FEGATO
- pregressa chirurgia maggiore addominale
- trombosi portale interessante il confluente spleno-meseraico
- diabete mellito in terapia con più di 100 UI di insulina/die
- età superiore a 67 anni
- epatite B in fase attiva con HBV DNA> 100.000 copie/mi
- HCC:nodo singolo> 5 cm o più di tre nodi e/o nodo maggiore del diametro superiore a 3 cm, salvo inclusione in protocolli sperimentali
- alcolismo attivo
- tossicodipendenza attiva o recente dismissione
- patologia tumorale extraepatica non considerabile come guarita
- HIV positività (non considerata controindicazione presso altri centri)
- aspetti psicologici che possano far prevedere scarsa capacità di aderire alla terapia.
IL BILANCIO PRE-TRAPIANTO
Il bilancio pre-trapianto è costituito da un insieme di esami (del sangue e strumentali, alcuni dei quali invasivi) e di visite specialistiche volti ad accertare le caratteristiche della malattia del fegato e la funzionalità dei diversi organi con l’obiettivo di escludere la presenza di controindicazioni al trapianto epatico
Le controindicazioni sono rappresentate da tutte quelle condizioni che riducono fortemente l’aspettativa di sopravvivenza del candidato e dell’organo utilizzato (ad esempio insufficienza cardiaca, gravi alterazioni della funzionalità respiratoria).
Il tempo necessario per il bilancio pre-trapianto è in media di circa tre mesi; può essere in alcuni casi più breve (se il paziente ha già eseguito alcuni degli esami richiesti) o più lungo (se si impone la necessità di eseguire ulteriori accertamenti oltre a quelli routinari).
AI termine del bilancio, dopo valutazione anestesiologica e chirurgico-trapiantologica, la candidatura del paziente viene discussa durante la riunione multidisciplinare settimanale dell’équipe trapianto epatico, cui segue l’immissione in lista d’attesa o il rifiuto motivato della candidatura
- ECG ed esami del sangue, test alla tubercolina
- Radiografia del torace, cranio, panoramica dentaria.
- Ecocardiogramma con misurazione delle pressioni polmonari,
- Spirometria
- TC addome con ricostruzione vascolare
- Esofagogastroduodeno-scopia
- Colonscopia totale
- Visite specialistiche (pneumologica, psicologica o altre valutazioni in base alla situazione clinica).
Il bilancio è quindi una valutazione in vista di un eventuale trapianto, ma non è garanzia dell’inserimento in lista d’attesa, né pertanto garanzia che il trapianto sarà eseguito.
FINALMENTE IN LISTA
AI momento dell’immissione in lista il paziente sottoscrive il consenso informato alla procedura. Tale consenso viene allegato al presente opuscolo per favorire la piena consapevolezza del paziente in attesa di trapianto.
Con l’inserimento in lista attiva inizia un periodo di attesa che è molto variabile per durata (in media da 3 a 14 mesi) a causa di diversi fattori, principalmente rappresentati dalla lunghezza della lista e dalla quantità di organi che si rendono disponibili.
La mortalità dei pazienti in lista d’attesa per il trapianto può raggiungere il 10%.
Durante il periodo d’attesa vengono eseguiti controlli periodici per valutare le condizioni cliniche del paziente in lista e per avere informazioni utili e aggiornamenti tali da facilitare il compito di chi dovrà scegliere il paziente da trapiantare, al momento della disponibilità di un organo.
Essere in lista non dà la certezza di essere trapiantati.
Infatti, alcune condizioni cliniche possono controindicare il trapianto in modo temporaneo (problematiche transitorie,’ ad esempio infezione in atto) o definitivo (comparsa di controindicazione assoluta al trapianto).
QUALCUNO HA DONATO …
Innanzitutto bisogna sottolineare come la disponibilità di un organo sia frutto di un atto gratuito di donazione, cosa che non va mai data per scontata e mai banalizzata.
Nel momento in cui si rende disponibile un organo vengono attivati dei meccanismi a cascata che vanno dalla scelta del ricevente all’ingresso in sala operatoria del ricevente stesso.
LA SCELTA DEL RICEVENTE
La scelta del ricevente viene fatta in base ad alcune caratteristiche del donatore e del ricevente stesso, tutte di fondamentale importanza:
- gruppo sanguigno compatibile,
- gravità del quadro clinico del ricevente: epatiti fulminanti ed altre urgenze, ma anche aggravamento della malattia epatica oppure comparsa di tumore epatico,
- dimensioni dell’organo adeguate (stimate in base a peso, altezza e ampiezza dell’arcata costale),
- età del ricevente in rapporto con l’età del donatore,
- eventuali patologie a carico del donatore (ad esempio infezioni virali),
- data di inserimento in lista.
Da tutto ciò risulta chiaro che L’ORDINE CRONOLOGICO di inserimento in lista non è il parametro prioritario per l’assegnazione dell’organo.
LA CHIAMATA DEL PAZIENTE
Scelto il ricevente dall’équipe di trapianto, questi viene contattato dal personale del coordinamento trapianto fegato.
È fondamentale che i pazienti in lista attiva siano in qualsiasi momento, giorno e notte, raggiungibili telefonicamente!
Il coordinatore, dopo un’accurata anamnesi allo scopo di escludere controindicazioni temporanee o definitive al trapianto, inviterà il paziente a recarsi nel più breve tempo possibile presso la struttura dove verrà ricoverato e preparato per l’intervento.
Dopo un ultimo controllo anestesiologico preoperatorio, esclusa ogni controindicazione clinica al trapianto, al paziente verrà chiesto di confermare il consenso al trapianto già firmato all’atto dell’inserimento in lista ed infine verrà comunicato l’orario di ingresso in sala operatoria.
SI RICORDA CHE IL PAZIENTE DEVE PRESENTARSI IN OSPEDALE A DIGIUNO.
Le cose fondamentali da portarsi sono tutto il necessario per l’igiene personale, oltre ad un abbigliamento consono ad una degenza ospedaliera, mentre si sconsiglia di portare oggetti di valore di ogni genere onde evitare furti o smarrimenti.
L’ARRIVO IN SALA OPERATORIA
All’ora prestabilita per l’intervento, il paziente viene accompagnato presso la sala operatoria del centro trapianti, dove viene accolto dagli infermieri e dall’anestesista. La fase di preparazione anestesiologica dura all’incirca un’ora.