Il trapianto da donatore vivente

Il trapianto di fegato da donatore vivente è stato introdotto nel 1988 con il fine di aumentare le possibilità di trapianto nei bambini e diminuire la mortalità in lista d’attesa; negli anni successivi si è passati all’esecuzione della stessa procedura anche negli adulti, sempre con la stessa finalità e con un particolare riguardo a quelle situazioni in cui il trapianto sia necessario in tempi brevi.
L’attività di trapianto di fegato da vivente è regolata dalla legge n°483 del 16/12/1999. 
 CARATTERISTICHE DELLA DONAZIONE
  • gratuita
  • tra consanguinei, o in assenza di questi altri parenti o estranei
  • donatore maggiorenne
  • il consenso deve essere libero e consapevole; può essere revocato in ogni momento prima dell’intervento.
Nel caso in cui sia individuato un possibile candidato e vi sia l’accordo del paziente ricevente, la proposta di donazione e la decisione di procedere con la suddetta tecnica viene valutata durante una riunione multidisciplinare dell’equipe di trapianto epatico caratterizzata da:
  • colloquio informativo e conoscitivo con il Direttore del Centro e stesura del foglio di “primo colloquio” firmato dal potenziale candidato;
  • esecuzione degli esami del sangue, strumentali e visite specialistiche volti ad escludere eventuali controindicazioni alla procedura (anomalie anatomiche del fegato, alterazioni della funzionalità epatica, altre patologie);
  • valutazione psicologica, articolata in più sedute e colloqui;
  • valutazione giuridica da parte del responsabile del servizio di Medicina Legale e del Magistrato; trasmissione della modulistica relativa alla donazione e colloquio con il Giudice designato;
  • accordi con il Centro trasfusionale per la programmazione del pre-deposito di sangue;
  • la valutazione del donatore non inizia mai prima che sia definita l’idoneità al trapianto del ricevente.
Le indicazioni al trapianto da donatore vivente sono le stesse che da donatore cadavere.
Tale procedura costituisce solo una possibilità aggiuntiva per i pazienti già iscritti in lista, qualora venga espressa esplicita richiesta da parte del potenziale donatore e del ricevente.
La donazione di parte del fegato per trapianto rappresenta un intervento di chirurgia maggiore e come tale comporta un non trascurabile rischio di complicanze a breve e lungo termine (10% circa), oltre che una mortalità fino allo 0,1% nei vari centri. Nel nostro, non si è verificata alcuna mortalità.
Dal 2001 al 2008, nel Centro di Torino, sono stati eseguiti 13 trapianti di fegato da donatore vivente (11 adulto-adulto, 2 adulto-bambino). Nessuno dei donatori è morto per l’intervento. Le complicanze per il donatore e la sopravvivenza del ricevente sono state in linea con quelle attese.
POSSIBILI COMPLICANZE CHIRURGICHE A CARICO DEL DONATORE:
  • complicanze biliari (fistole)
  • emorragia
  • insufficienza epatica transitoria
  • infezioni
  • laparocele (ernia sull’incisione chirurgica)