Complicanze chirurgiche

COMPLICANZE CHIRURGICHE NEL POST TRAPIANTO
Nel corso del primo anno dopo il trapianto di fegato muore circa il 3% dei pazienti. La mortalità è determinata da diversi fattori come le condizioni cliniche del paziente al momento del trapianto, spesso scadute, e le complicanze del periodo post trapianto, rappresentate principalmente dal rigetto, dalle infezioni e dalle complicanze chirurgiche. Pertanto deve essere chiaro ad ogni paziente che in seguito al trapianto di fegato è purtroppo possibile anche morire.
Le complicanze chirurgiche del trapianto di fegato sono rappresentate principalmente da:
  • sanguinamento
  • complicanze vascolari
  • complicanze biliari
  • perforazione intestinale
  • laparocele
SANGUINAMENTO
Il rischio di sanguinamento è maggiore nelle prime 48 ore dopo il trapianto.
Il trattamento varia dalla trasfusione di sangue, al reintervento chirurgico sino al ritrapianto nei casi in cui non si riesca a controllare il sanguinamento.
I pazienti giudicati ad elevato rischio di sanguinamento post-operatorio possono uscire dalla sala operatoria con dei telini utilizzati come compressione momentanea con addome chiuso solo in parte per poi essere nuovamente operati.
COMPLICANZE VASCOLARI
Sono rappresentate principalmente dall’occlusione dell’arteria epatica favorita dal piccolo calibro dei vasi e dalle numerose anomalie anatomiche che richiedono spesso ricostruzioni vascolari.
Tale occlusione si può verificare precocemente (entro i primi 30 giorni dal trapianto) nel 2% dei casi, oppure più tardivamente nel 2-20% dei casi.
La diagnosi di occlusione arteriosa si esegue con l’ecografia, la TC con mezzo di contrasto ed eventualmente con l’arteriografia.
Il trattamento varia a seconda della gravità dell’occlusione e dell’intervallo di tempo trascorso dal trapianto. Da una semplice terapia con antiaggreganti come l’aspirina si potrà ricorrere nei casi più gravi ad un nuovo trapianto.
Anche la vena porta può chiudersi, ma il rischio è minore (0,5%). Anche questo evento può danneggiare l’organo e richiedere un nuovo trapianto.
COMPLICANZE BILIARI
Anche queste possono essere divise in precoci e tardive e si verificano complessivamente nel 20% circa dei pazienti.
Le complicanze precoci (entro il periodo di ricovero post trapianto) sono rappresentate principalmente da una perdita di bile al livello dell’anastomosi biliare. Tale evento può richiedere un nuovo intervento chirurgico in quanto la bile è una sostanza altamente irritante e come tale non può essere lasciata libera nella cavità addominale.
Le complicanze tardive, cioè insorte da alcuni mesi fino a 15 anni dopo il trapianto, sono rappresentate principalmente dall’occlusione delle vie biliari. Nei casi più gravi si può ricorrere ad un nuovo intervento chirurgico sino al ritrapianto di fegato.
Altra complicanza biliare è rappresentata dalla perdita di bile nella cavità addominale dopo rimozione del tubo di Kehr tre mesi dopo il trapianto. Il trattamento è quasi sempre chirurgico.
PERFORAZIONE INTESTINALE
È una complicanza precoce e rara che necessita sempre di un nuovo intervento chirurgico. Il rischio aumenta nei pazienti già operati in precedenza o in pazienti con anastomosi bilio-digestiva.
LAPAROCELE
Come dopo ogni operazione, anche dopo il trapianto si può sviluppare un laparocele, cioè un’ernia a livello della cicatrice addominale. Tale rischio è più alto per i pazienti trapiantati in quanto alcuni farmaci immunosoppressori riducono la capacità dei tessuti di cicatrizzare. Tale complicanza si presenta nel 21% dei casi e può essere trattata chirurgicamente.