Stati Generali – Rete Nazionale Trapianti – 20 anni
Dal 6 al 8 novembre si sono tenuti a Roma gli “Stati Generali della Rete Trapiantologica”. Gli argomenti trattati si sono concentrati soprattutto su tre prospettive.
La prima riguarda l’implementazione della donazione da vivente che interessa in particolare il rene ma anche il fegato. Si è parlato soprattutto del crossover*, che permette di aumentare il numero dei trapianti, e dell’utilizzo anche di rene da cadavere per iniziare quell'”effetto domino” su coppie incompatibili; questo considerando che il 25% dei donatori viventi sono tali. Come in tutte le situazioni anche questa donazione vivente può prestarsi a delle criticità: ad esempio alcuni padri possono venire a conoscenza di una estranea paternità. Nel parlare del trapianto renale pediatrico, Dello Strologo ha evidenziato che deve essere il più precoce possibile onde evitare danni alla crescita ed all’equilibrio psicofisico del piccolo paziente. Bisogna anche, in sede di trapianto, tenere conto che il rene del donatore contiene circa 300 ml. di sangue e, quando si ripristina la circolazione nell’organo donato, il corpo del bambino che contiene 1000 cc. di sangue, subisce un furto ematico improvviso con rischio di un vero shock ipovolemico (brusco calo ematico nel circolo generale). È opportuno quindi tenere in rianimazione il paziente almeno due – tre giorni. Ciò vale anche se è un giovane a donare (in Inghilterra si concede ad un sedicenne di donare, cosa proibita in Italia). Si è parlato ulteriormente di un protocollo che coinvolge, nel trapianto di rene, la Francia e la Spagna; la collaborazione dei tre paesi permette, con il crossover, di aumentare il numero dei trapianti. Vistoli ha poi parlato dell’obesità e della fragilità del paziente, criticità che devono essere valutate attentamente alla luce di eveneventuali complicanze cui possono andare incontro nel tempo gli organi. Spada ha parlato della tecnica laparoscopica nel prelievo di fegato da vivente e Mazzaferro della nuova frontiera trapiantologica interessante le metastasi da carcinoma del colon con le conseguenti problematiche etico-scientifiche. Nuove tecniche di trapianto epatico da vivente sono state illustrate da Cillo che ha confermato l’approccio laparoscopico sul donatore vivente di fegato e la possibilità di ricorrere a due fegati sx da due donatori. Pe r il momento i trapianti di tal genere hanno dato validi risultati in attesa di definitiva conferma.
Il secondo argomento riguarda la donazione a cuore fermo che prende sempre più piede con risultati sovrapponibili al prelievo tradizionale da cadavere. Tale procedura contempla una qualificata preparazione ed un efficace coordinamento; di supporto vi è la ormai consolidata tecnica della rigenerazione degli organi. Quest’ultimo argomento è stato anche approfondito e trattato adeguatamente in considerazione dei risultati ottenuti e della possibilità offerta nell’ usufruire di organi “marginali” che in passato non erano considerati idonei.
Terzo argomento: l’allocazione degli organi. Problematica quanto mai coinvolgente la parte etica e che richiede estrema trasparenza. In ultima analisi si può dire che gli “Stati generali della rete Trapiantologica” hanno concentrato l’attenzione su problematiche molto sentite e condivise dai vari centri ed hanno stimolato tutti ad approfondire e migliorare le procedure allo scopo di poter aumentare la donazione degli organi diminuendo i pazienti in attesa di trapianto ed incrementando il numero degli iscritti in lista.
(*) cross-over: si intende l’evento in cui il donatore e il ricevente non sono compatibili per la presenza di anticorpi anti HLA o anti- ABO o per altri motivi di incompatibilità ed è, pertanto, preclusa la procedura standard di trapianto da donatore vivente.